L'olio vegetale, detto anche Vegoil, o PPO (pure plant
oil) allo stato naturale, può essere usato come semplice
combustibile, (per illuminare o cuocere), o come
carburante per
motori Diesel. L'olio vegetale allo stato naturale, usato come
carburante per motori può svolgere un'importante funzione in un'elementare
meccanizzazione della agricoltura nei paesi poveri, o per alimentare mezzi
di trasporto.
Uso dell'olio vegetale naturale come carburante
La progettazione dei motori Diesel a
gasolio o
biodiesel
attuali non ha previsto l'uso per tale carburante, quindi si ritiene che non
sia di norma possibile l'uso dell'olio
vegetale tal quale, che rischia di produrre gravi danni ai motori; tra
l'altro l'uso di combustibile non proprio potrebbe provocare la decadenza
delle condizioni di
garanzia.
I maggiori problemi derivano dalla (maggiore)
viscosità dell'olio vegetale rispetto al gasolio, che si accentua con le
basse temperature. La maggiore viscosità può causare danneggiamenti sia al
sistema di iniezione, sia causare incrostazioni a parti interne del motore,
nel caso queste vengano raggiunte dall'olio.
A seconda del tipo di motore e del tipo e modello di sistema di
iniezione, è possibile tecnicamente aggiungere percentuali maggiori o minori
di olio vegetale al carburante. Se su motori di vecchia concezione, con
precamera di combustione e pompa di iniezione tipo Bosch VE (adatta, anche
se non ufficialmente, all'uso di olio) i problemi si limitano ad una
limitata difficoltà nell'avviamento a freddo anche con percentuali oltre il
50%, su motori molto moderni si potrebbero avere problemi minori anche con
percentuali di molto inferiori, nell'ordine del 10%. Da evitare l'uso con
pompe rotative CAV e Rotodiesel, molto sensibili alla viscosità e fragili.
Ad ogni modo non è possibile definire con certezza una percentuale adatta o
meno, variando per ogni utente le temperature ambientali, e, soprattutto, il
tipo di olio vegetale.
Se da un lato è possibile trasformare l'olio vegetale mediante transesterificazione
in combustibile
biodiesel,
è possibile per contro modificare il
motore Diesel adattandolo al funzionamento con olio vegetale.
Tecnicamente è possibile alimentare i motori, anche quelli moderni, con
olio vegetale, apportando alcune modifiche, che possono essere di lieve o
media entità a seconda del motore, ad esempio modificare un motore a
precamera per utilizzare percentuali importanti di olio può avere un costo
di 4-600€ in materiali e manodopera (gli interventi si limitano a
candelette, iniettori e sistema di riscaldamento dell'olio, che può essere
uato puro fino a circa 0°C e additivato circa con il 5% di miscela antigelo
a temperature ben al di sotto dello zero), mentre per la totalità dei motori
ad iniezione diretta common rail è necessario l'uso di un serbatoio
secondario per il gasolio, con il quale effettuare avviamento, riscaldamento
e spegnimento del motore, che funziona solo da caldo a olio.
Esistono alcune ditte specializzate nella progettazione e costruzione dei
kit di modifica, come Elsbett, Diesel Therm, Greasecar ecc, che garantiscono
l'affidabilità del sistema.
Per contro particolari motori diesel "antichi", ad uso industriale od
agricolo, come il motore
Lister, o il moderno motore automobilistico
Elsbett, progettato appunto per funzionare ad olio vegetale tal quale,
sono assolutamente adatti all'uso dell'olio vegetale puro.
Aspetti ambientali
L'impatto ambientale dell'uso di biodiesel e di vegoil (olio
vegetale tal quale o minimamente trattato) ha un indubbio impatto positivo
sull'ambiente. In sintesi viene combusto un olio che è prodotto (dalla
vegetazione della pianta) da estrazione diretta di
anidride carbonica prelevata dalla atmosfera, quindi si chiude un ciclo
che semplicemente restituisce all'ambiente la anidride carbonica prelevata
dalla pianta. A parte poi si debbono comunque considerare gli effetti in
termini di CO2 equivalente dovuti alla filiera di produzione del
biocarburante.
Da punto di vista chimico i reflui gassosi biodiesel e di vegoil sono
meno inquinanti dei reflui di gasolio, dato che non contengono composti
acidi solforati (responsabili delle piogge acide), non contengono composti
aromatici e metalli pesanti, e contengono mediamente il 50% in meno di
polveri (fuliggine).
Aspetti fiscali
Usare olio vegetale puro come carburante in Italia è legale solo se
vengono corrisposte le accise relative. Infatti, la
legge
Italiana
prevede una sanzione amministrativa per chi evade l'accisa
sui carburanti: il decreto legislativo n. 504 del
26
ottobre 1995,
il
Testo unico in materia di accise, all'art. 40 prevede:
- «è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa dal
doppio al decuplo dell'imposta evasa, non inferiore in ogni caso a euro
7 746, chiunque: [omissis] destina ad usi soggetti ad imposta od a
maggiore imposta prodotti esenti o ammessi ad aliquote agevolate».
Dato che di fatto si sono realizzati eventi, in ambito agricolo, di
produzione di oli vegetali avendo connessa collaterale possibilità del loro
consumo, ad esempio per azionare mezzi agricoli, si è potenzialmente
definito un meccanismo di «denuncia del prodotto a fine di consumo come
carburante» che permette il regolare pagamento delle accise, basato, come
prevede la legge, sul potere calorifico dell'olio stesso e sulle quantità
denunciate.
È curioso il fatto che la tassazione è basata sull'uso dell'olio e non
sulla sua natura, quindi se lo stesso olio è usato per friggere non è
sottoposto ad alcuna accisa, lo sarebbe invece (sempre potenzialmente) se
venisse bruciato come combustibile. In altre parole, la controversia sta
nella modalita' d'uso: in linea puramente teorica, l'olio vegetale
utilizzato all'interno di un motore per trazione non è più olio, ma diviene
legalmente combustibile.
Aspetti economici
Sulla base del solo costo di produzione alla distribuzione, salvo diverso
avviso, l'olio vegetale non appare concorrenziale con il
gasolio
di origine fossile.
Aspetti sociali
Salvo pochissimi casi, pressoché tutti i vegetali che producono oli che
possono essere usati come carburante competono in varia misura con i
vegetali che producono cibo.
Notevoli eccezioni sono date dall'olio
di jatropha, prodotto da
Jatropha curcas, una pianta potenzialmente in grado di crescere nei
luoghi desertici e quello di Salicornia
Salicornia bigelovii, una alofita la cui industrializzazione è in atto
da parte della Sea Water Fondation.
Ad esempio, se tutto il carburante consumato in Italia fosse prodotto da
piante oleifere, tutta la superficie coltivata nazionale non sarebbe
sufficiente a produrlo.
Ovvero se tutta la superficie coltivata nazionale conservasse la sua
funzione di produrre cibo occorrerebbe trovare un altro paese a cui
sottrarre la produzione di cibo per coltivare le piante da olio carburante
necessarie per l'Italia.
È evidente che l'unica via di uscita è consumare comunque molto meno
carburante, ed è anche altrettanto evidente che il trasferimento all'estero
della produzione di Biodiesel o di Vegoil per uso carburante è destinata, in
tali termini, a produrre gravi problemi politici, sociali ed economici.[1]
Note
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L'ecobenzina infiamma i prezzi del grano È guerra tra biocarburanti e
spaghetti - ambiente - Repubblica.it
Voci correlate
Bibliografia
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