Eluana Englaro (Lecco,
25
novembre 1970
– Udine,
9
febbraio 2009)
è stata una donna
italiana che ha vissuto in
stato vegetativo per 17 anni, fino alla morte. Tale situazione fu causata
da un
incidente stradale avvenuto il
18
gennaio 1992,
al ritorno da una festa a
Pescate,
paese alle porte di
Lecco.
La richiesta della famiglia di interrompere l'alimentazione forzata,
considerata un inutile
accanimento terapeutico, è stata accolta dalla magistratura per la
mancanza di ragionevoli speranze di ripresa ed in base alla volontà
ricostruita della ragazza.
Il caso ha alimentato in
Italia un
ampio dibattito sui temi legati alle questioni di fine vita. Un movimento
d'opinione vicino alla
Chiesa Cattolica si è dichiarato contrario all’interruzione della
somministrazione parenterale di alimenti e liquidi, considerta equivalente
all'eutanasia.
Un'altra parte del Paese, ed alcune
Chiese Protestanti, pur in assenza di un formale
testamento biologico, si è dichiarata favorevole al rispetto della
supposta volontà della diretta interessata.
Vicende giudiziarie
Beppino Englaro ha iniziato a chiedere per via giudiziaria la sospensione
dell'alimentazione artificiale e delle terapie nei confronti della figlia
Eluana a partire dal
1999, portando a supporto della richiesta diverse testimonianze volte a
dimostrare l'inconciliabilità dello stato in cui si trovava e del trattamento
di sostegno forzato che le consentiva artificialmente di sopravvivere
(alimentazione/idratazione con sondino naso-gastrico) con le sue precedenti
convinzioni sulla vita e sulla dignità individuale.[1]
Il procedimento è arrivato fino alla
Corte di Cassazione che nel marzo
2006 ha respinto
le richieste della famiglia Englaro per un vizio del procedimento. Il
ricorso, a
suo tempo, non era stato notificato ad alcuna controparte portatrice di un
interesse contrario a quello di Eluana Englaro. Il ricorso era stato
presentato ai sensi dell'articolo 32 della
costituzione italiana: «Nessuno può essere obbligato a un determinato
trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in
nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
A seguito di un nuovo ricorso del padre, la Corte di Cassazione ha rinviato
il caso «ad una diversa sezione della
Corte d'Appello di
Milano». La
sentenza numero 21748/2007 depositata il
16
ottobre 2007
ha stabilito due presupposti necessari per poter autorizzare l'interruzione
dell'alimentazione artificiale:
- Occorre che «la condizione di stato vegetativo sia, in base ad un
rigoroso apprezzamento clinico, irreversibile e non vi sia alcun fondamento
medico, secondo gli standard scientifici riconosciuti a livello
internazionale, che lasci supporre la benché minima possibilità di un
qualche, sia pure flebile, recupero della
coscienza e di ritorno ad una percezione del mondo esterno»[2].
- Occorre altresì «che tale istanza sia realmente espressiva, in base ad
elementi di prova chiari, univoci e convincenti, della voce del paziente
medesimo, tratta dalle sue precedenti dichiarazioni ovvero dalla sua
personalità, dal suo stile di vita e dai suoi convincimenti, corrispondendo
al suo modo di concepire, prima di cadere in stato di incoscienza, l’idea
stessa di dignità della persona[3].
Con
decreto del 9 luglio 2008, la
Corte d'Appello Civile di Milano ha autorizzato il padre Beppino Englaro,
in qualità di
tutore, ad interrompere il trattamento di
idratazione ed
alimentazione forzata che mantiene in vita la figlia Eluana.[4][5]
Le
Suore Misericordine di
Como, che dal
1994 si sono
occupate di Eluana presso la casa di cura Beato Luigi Talamoni di
Lecco, si sono
rifiutate di interrompere l'idratazione e l'alimentazione forzate manifestando
la disponibilità a continuare ad assistere la donna. Per tale motivo il padre
ha deciso di trasferire la figlia presso altra struttura ove dare seguito alle
sue volontà (certificate nel decreto attraverso le testimonianze).
A seguito della decisione della Corte di Cassazione vi sono state varie
manifestazioni, come quella a favore promossa dai
Radicali Italiani[6]
e quella contraria promossa dal giornalista
Giuliano Ferrara. Sono stati inoltre presentati alcuni appelli, come
quello dell'associazione Scienza & Vita[7]
e quello del giornalista
Magdi
Allam[8]
favorevoli alla continuazione delle cure e, sul versante opposto, quello dei
Radicali di Lecco[9].
In riferimento a quest'ultima sentenza, entrambi i rami del
Parlamento italiano hanno votato la promozione di un
conflitto di attribuzione contro la Corte di Cassazione, ritenendo che la
sentenza dell'ottobre 2007 costituisca «un atto sostanzialmente legislativo,
innovativo dell'ordinamento normativo vigente», come indicato dalla relazione
di maggioranza della Commissione Affari Costituzionali annunciata in aula il
22 luglio 2008[10].
Tale atto è stato respinto dalla Consulta.
La
Procura della Repubblica di Milano ha a sua volta presentato ricorso
contro il decreto della corte d'appello. Tuttavia il ricorso è stato
dichiarato inammissibile dalla Cassazione[11],
scatenando altre polemiche.
Il 3
agosto 2008
Marco Pannella ha introdotto nel dibattito un parallelo tra Eluana e
Giovanni Paolo II, ricordando le parole che il Pontefice pronunciò poche
ore prima della morte: "Lasciatemi tornare al Padre", argomentando che se si
fossero usate un decimo delle "cure" imposte nel caso Englaro per il
Pontefice, egli sarebbe ancora vivo.[12]
Il
13 novembre 2008
la
Corte Suprema di Cassazione ha respinto il ricorso della procura di Milano
contro l'interruzione di alimentazione e idratazione artificiale, accogliendo
così la volontà del padre di Eluana. Due giorni dopo il filosofo
Massimo Cacciari ha affermato: "Nella sua tragicità mi pare che quello di
Eluana sia un caso esemplare di accanimento terapeutico, cosa che la Chiesa ha
sempre condannato e quindi non vedo che tipo di problemi possa suscitare,
credo che la Chiesa sbagli profondamente visto che non ha mai condiviso
l'accanimento terapeutico e nel caso di Eluana non si può certo parlare di
eutanasia
o di
eugenetica che sono tematiche ben più complesse"[13].
Nel merito del provvedimento però, alcuni giuristi hanno osservato come la
Cassazione abbia rigettato il ricorso per un motivo di forma, mentre nella
sostanza le conclusioni del Procuratore generale presso la Corte di Cassazione
avevano deposto per l'accoglimento[14].
Il
16 dicembre 2008
il ministro
Maurizio Sacconi ha emanato un
atto d'indirizzo che vieta alle strutture sanitarie pubbliche e quelle
private convenzionate col
Servizio Sanitario Nazionale l'interruzione dell'idratazione e
dell'alimentazione forzate con la minaccia di escludere queste strutture dallo
stesso[15];
lo stesso giorno, la casa di cura Città di Udine (che non fa parte del
Servizio Sanitario Nazionale in quanto il
Friuli-Venezia Giulia ne è uscito dal
1996) ha
annunciato che una volta chiarite le questioni legali sarebbe stata pronta ad
accogliere Eluana. Quasi un mese dopo la casa di cura tuttavia ha ritirato
tale disponibilità.
Il
19 dicembre 2008
Marco Cappato (segretario dell'Associazione
Luca Coscioni),
Antonella Casu (segretaria dei
Radicali Italiani), e
Sergio D'Elia (segretario di
Nessuno Tocchi Caino), hanno presentato
denuncia
verso il
Ministro del Lavoro
Maurizio Sacconi, presso la
Procura di
Roma, per
violenza privata ed
intimidazioni
[16], in seguito al suo atto
d'indirizzo[17]
di pochi giorni prima.
Il
22 dicembre 2008
anche la
Corte europea per i diritti dell'uomo ha respinto le richieste di varie
associazioni contrarie all'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione
non giudicando sul caso specifico ma semplicemente considerando la richiesta "irricevibile"
in quanto "i ricorrenti non hanno alcun legame diretto".[18][19]
Il 17
gennaio 2009,
in seguito alla denuncia dei dirigenti dei
Radicali Italiani, la Procura di
Roma ha iscritto
il ministro
Maurizio Sacconi nel registro degli indagati.[20]
Il 26
gennaio 2009
il
Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto il ricorso della famiglia
Englaro contro la Regione Lombardia ed ha imposto a quest'ultima di
individuare una struttura ove dar corso alla sentenza della Corte di
Cassazione.[21]
Condizioni fisiche della donna
Poco tempo prima della morte, Eluana ha ricevuto la visita della
giornalista
Marinella Chirico, che così descrive la sua condizione:
|
« Eluana,
era esattamente così come si può immaginare possa essere una donna in
stato vegetativo da 17 anni: assolutamente irriconoscibile rispetto alle
foto che si vedono. Una donna completamente immobile, che gli infermieri e
i sanitari erano costretti a spostare ogni due ore per evitare che il
corpo si piagasse. Le orecchie avevano delle lesioni perché l'unica parte
che non si poteva tutelare era questa. Era una situazione devastante,
emotivamente molto forte l'impatto.
[22] » |
|
|
Attuazione del protocollo
Il 3
febbraio 2009,
alle ore 1.30, un'ambulanza con a bordo Eluana Englaro ha lasciato la casa di
cura Beato Luigi Talamoni di
Lecco
giungendo, intorno alle 6.00, presso la
residenza sanitaria assistenziale "La Quiete" di
Udine. Tale
struttura si è infatti dichiarata disponibile ad ospitare la Englaro per
l'attuazione della sentenza di sospensione dell'idratazione e
dell'alimentazione forzata. Una equipe di circa quindici tra medici e
paramedici, volontari ed esterni alla clinica, intende attuare il protocollo
terapeutico concordato con la famiglia Englaro conformemente a quanto disposto
in decreto dalla
Corte d'Appello di
Milano.
Al mattino del
6
febbraio 2009
l'equipe che segue il caso Englaro ha annunciato l'avvio della progressiva
riduzione dell'alimentazione. Alle ore 14 il
consiglio dei ministri ha approvato un
decreto legge per impedire la sospensione dell'alimentazione e
dell'idratazione dei pazienti. In precedenza il
Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano aveva inviato una lettera al premier indicando forti
perplessità circa l'ipotesi di intervenire per decreto sull'attuazione della
sentenza e riserve sulla costituzionalità dello stesso.[23]
Il Presidente della Repubblica ha poi rifiutato di firmare il decreto.[24]
Alle ore 20 il consiglio dei ministri, riunito in sessione straordinaria, ha
approvato un
disegno di legge con gli stessi contenuti del decreto rifiutato in
precedenza. Tale disegno di legge è stato immediatamente trasmesso al
senato che si riunirà per discuterne in sessione straordinaria già lunedì
9
febbraio 2009
(normalmente il lunedì l'Aula di
Palazzo Madama è chiusa). Durante la giornata molti commentatori e leader
politici hanno stigmatizzato lo scontro istituzionale in atto fra il governo e
il Capo dello Stato.[25]
La sera del
7
febbraio 2009
alcuni media hanno diffuso la voce secondo cui "per la gravità della
situazione" sarebbe stato modificato il protocollo, anticipando la sospensione
totale dell'idratazione e dell'alimentazione.[26]
I legali della famiglia Englaro hanno poi precisato che il protocollo non ha
subito modifiche ma è differente rispetto a quello previsto per il ricovero
alla clinica "Città di Udine".[27]
Il caso Englaro, che ha suscitato in Italia pubbliche manifestazioni in
supporto di ciascuna delle posizioni, è seguito anche dalla stampa
internazionale.[28]
La sera del
9
febbraio 2009,
alle ore 20:24 , viene diramata la notizia del decesso di Eluana presso la
clinica di Udine.[29][30]
La notizia giunge durante la discussione nell'aula del
Senato della Repubblica del provvedimento numero 1369,[31]
in materia di alimentazione ed idratazione, da parte del senatore
Riccardo Villari che conferma la morte avvenuta alle 20.10 dello stesso
giorno. Alle 20.40 la notizia è stata confermata anche da Ines Domenicali,
presidente della
RSA nella quale Eluana era ricoverata. Il Governo, d'accordo con la
Presidenza del Senato e con i gruppi parlamentari, accetta di ritirare il
disegno di legge in cambio dell'immediata discussione del testo più articolato
relativo al testamento biologico e alla disciplina dei casi di fine vita
Note
- ^
Corte d'appello di Milano - Decreto 9 luglio 2008
- ^
Sentenza corte di Cassazione n.21748/2007
- ^
Sentenza corte di Cassazione n.21748/2007
- ^
Decreto della Corte d'Appello di Milano - 9 luglio 2008
- ^
«Eluana, stop alle macchine Il padre: "Ora la libereremo"». La
Repubblica, 09-07-2008 (consultato in
data 21-11-2008).
- ^
Eluana: Radicali, veglia domenica davanti al Duomo di Torino
- ^
Appello di Scienza & Vita: no alla condanna a morte di Eluana Englaro. URL
consultato il 18-07-2008.
- ^
Magdi Allam.
Appello per difendere il diritto alla vita di Eluana Englaro. URL
consultato il 16-07-2008.
- ^
Appello libertà per Eluana Englaro
- ^
Documento XVI n. 1. Senato della Repubblica Italiana. URL
consultato il 16-11-2008.
- ^
«Cassazione, stop all'alimentazione Il padre di Eluana: "E' uno stato di
diritto"». , 13-11-2008 (consultato in
data 16-11-2008).
-
^ Marco Pannella.
Eluana, Pannella evoca Wojtyla "Con stesse 'cure' sarebbe vivo". URL
consultato il 03-08-2008.
- ^
Englaro/ Cacciari: Credo che Chiesa sbagli profondamente. 15-11-2008. URL
consultato il 16-11-2008.
- ^
Eluana Englaro, una vita spenta per sentenza ingiusta. 19-11-2008. URL
consultato il 21-11-2008. Il video dei professori ordinari
di Diritto privato che spiegano perché è inaccettabile la sentenza delle
Sezioni unite
- ^ Si tratta
di minaccia, secondo alcune interpretazioni, in quanto l'indirizzo "non è
atto amministrativo vincolante né ha contenuto prescrittivo".
Notizia Ansa
- ^
Il testo della denuncia presentata dai dirigenti del Partito Radicale
(PDF). Associazione Luca Coscioni. URL consultato il 09-02-2009.
- raggiungibile anche da
qui
- ^
Eluana, Sacconi: niente stop all'alimentazione in ospedale.
Corriere.it, 16-12-2008. URL consultato il 09-02-2009.
- ^
Eluana, la Corte di Strasburgo respinge il ricorso delle associazioni.
Il Sole 24 ore, 22-12-2008. URL consultato il 09-02-2009.
- ^
Eluana, la Corte di Strasburgo "No a ricorso contro la sentenza". La
Repubblica.it, 22-12-2008. URL consultato il 09-02-2009.
- ^
Eluana, indagato il ministro Sacconi per violenza privata. «Atto dovuto».
Corriere.it, 17-01-2009. URL consultato il 09-02-2009.
- ^
Eluana, TAR accoglie ricorso contro la Regione. ANSA, 27-01-2009. URL
consultato il 09-02-2009.
- ^
La Repubblica (PDF)
- ^
Eluana: CDM vara decreto. La Repubblica.it. URL consultato il
09-02-2009.
- ^
Eluana, il governo approva il decreto - Stop di Napolitano: è
incostituzionale. La Stampa.it, 07-02-2009. URL consultato il
09-02-2009.
- ^
Caso Englaro: i commenti e le reazioni sul DL approvato all'unanimità.
Clandestinoweb, 06-02-2009. URL consultato il 09-02-2009.
- ^
"Sospesa l'alimentazione ad Eluana". La Stampa.it, 07-02-2009. URL
consultato il 09-02-2009.
- ^
Avvocato Campeis, non è alimentata ma protocollo rispettato. AGI News
On, 07-02-2009. URL consultato il 09-02-2009.
- ^
Il caso Eluana sulla stampa estera. La Repubblica.it, 06-02-2009. URL
consultato il 09-02-2009.
- ^
E' morta Eluana Englaro. tg.com, 09-02-2009. URL consultato il
09-02-2009.
- ^
Eluana Englaro muore mentre il Senato discute il ddl. Reuters Italia,
09-02-2009. URL consultato il 09-02-2009.
- ^
Disegno di legge N. 1369 della 16° Legislatura. Senato della
Repubblica. URL consultato il 09-02-2009.
Voci correlate
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