L'agricoltura naturale è un insieme di
tecniche agricole nato negli anni 40 grazie alle idee di
Masanobu Fukuoka, un
agronomo
giapponese che le ha dato il nome di "natural farming".
L'agricoltura naturale è definibile come l'Agricoltura del non fare,
consiste semplicemente nel lasciare che ogni cosa, nel sistema agricolo -
ambientale, vada secondo natura: niente
potature,
concimazioni,
cura colturale o trattamento fitosanitario, lotte antiparassitarie,
lavorazioni del
terreno. In questo contesto il lavoro dell'agricoltore si limita alla
semina e al
raccolto.
Il terreno non viene arato e la germinazione avviene direttamente in
superficie, se necessario avendo preventivamente mescolato i semi con argilla
e fertilizzante (questo consente di ridurre il numero di semi necessari). Al
terreno deve essere restituito quanto più possibile di ciò che ha prodotto,
quindi l'agricoltore deve cogliere esclusivamente i frutti e lasciare sul
campo tutti gli scarti e le rimanenze della coltivazione, che fungeranno da
pacciamatura. Il terreno rimane perennemente inerbito con piante poco
invadenti che fissano l'azoto
(vedi
sovescio) e su questo si possono seminare direttamente
cereali,
ortaggi
o far crescere alberi da
frutto;
questo fa si che, rimanendo sempre coltivato, il terreno riduca la propria
erosione superficiale.
In caso di infestazioni vengono inseriti animali antagonisti a quelli
dannosi per la coltura (lotta
biologica).
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